La mia parte di hard

La mia parte di hard

Sono trascorsi quasi 20 anni dal mio viaggio tra “camerini ardenti”. Era l’inizio di un mio grande amore per un uomo. Ma soprattutto un viaggio per me iniziatico, femminile, sororale. Non è femminismo, come amava dire Natalia Ginzburg a chi presentava i suoi libri volendocene a tutti i costi trovare un po’. E’ sorellanza e desiderio di raccontare storie fatte col corpo. Erano gli anni ’90 e il mercato del sesso segnava il successo delle Fiere itineranti dal marchio Erotica Tour.

Dai piccoli teatri di città con gli spettacolini pomeridiani per affezionati e cultori, alle grandi fiere con palchi e vasto pubblico sconosciuto. Estasi circolari, San Paolo, corpi, generi, zoom, cinema, teorie e cinefilie. Oggi non credo di subire più il fascino totalitario dell’ineffabilità, del mistero che il mestiere di pornostar custodisce. Oggi anche il “gendarme psicoanalitico” (come lo chiamava Roland Barthes) ha allentato un po’ la presa, s’è fatto gentile, più discreto nello starmi addosso per l’ansia di denudare, sapere, conoscere l’inizio e la fine. Oggi la tv (quella per tutti, per famiglie, per puri e impuri) è la nuova frontiera dell’esibizionismo professionale tra Amici. Le reti sociali via web sono diventate il prolungamento (fuori dall’hard?) di quella recitazione senza fine che la pornostar prende su di sé. Oggi la vedo così, sentimentalmente. Ma come disse un giorno Vittorio De Sica a Goliarda Sapienza: “Se non ti conquisti il sentimentalismo, cara Goliarda, puoi rischiare di desiderare di morire”. Erano negli anni ’50, e aveva ragione lui.
Monica Repetto 28/1/2014

EROS IN P(R)EZZI
“Una star può guadagnare da un milione a cinque, sei milioni per serata. Dipende se è molto conosciuta. Può andare anche fino a cinque milioni a spettacolo, uno spettacolo di 40 minuti, un’oretta. Se non è conosciuta, prende meno. Nei teatri pagano di meno, ma nessun teatro prende una ragazza solo per una serata, e si fa un discorso settimanale”.
Per quanto riguarda i film io ho fatto un prezzo medio, accettabile per me, le ragazze e la produzione. Se uno ha solo 75 milioni per fare un film è un problema suo. Io preferisco fare 4 o 5 film all’anno grandi, piuttosto che trenta piccoli.
Le mie ragazze per una paga che va sotto le seicento mila non le porto. E devono garantirmi almeno 2 o 3 giorni lavorativi, se no non le faccio venire dall’Ungheria. Chiedo alloggio, mangiare e viaggio. Poi discutiamo per il prezzo del lavoro”.
(Gabor, ex manager di Deborah Wells, Erotica tour ‘96, Loano)

“La gerarchia è data dall’esperienza…. è come una grande azienda, dove c’è il fattorino e il presidente. Io ho fatto la mia gavetta, come è giusto che anche le nuove leve facciano la gavetta”.
(Michelle Otre’, spogliarellista, Milano)

“Dicono che allestire un Erotica costa quasi 500 milioni, tra alloggio, mangiare per attrici, musica, affitto dei locali espositivi. D’estate i gestori di teatri non prendono il rischio perché non sanno quanto pubblico avranno. E allora il rischio se lo accollano le pornostar, poi quanto incassano lo dividono con i proprietari… Questo lavoro è cambiato molto da cinque sei anni a questa parte”.
(Gabor)

VERO O FALSO?
“Se toccano, toccano esternamente”.
(Francesca Ray, ex Animalya)

“Sono vere le frustate, di falso c’è poco. C’è il fatto che non conficco spilloni a nessuno. Non siamo né in Germania né in Olanda, e il pubblico italiano non è arrivato a questo livello… il sangue lasciamolo solo ai macellai.
In America sono di moda delle pratiche con delle maschere con dei gas, tra la vita e la morte… rischi, hai in mano la vita dell’altra persona che ti è sotto, tutti i gusti sono diversi… però non mi sembra il caso… la vita è di ognuno, con la vita degli altri mi piace solo giocarci, non averla nelle mie mani”.
(Sadigma)

“Io mi concentro sul mio corpo, e sulla faccia di uno tra il pubblico nella prima fila”.
(Eva Henger).

“Dipende dal pubblico, da chi ho davanti. Per metà è finzione, per l’altra metà sono predisposta sempre a cercare una situazione che mi piace. Durante lo spettacolo cerco di coinvolgere le persone che mi piacciono di più. Può capitare che non c’è nessuno e allora faccio uno spettacolo più meccanico, succede quando ho una platea che non mi trasmette niente”
(Venere Bianca)

“Vieni a sentire il sapore della mia fica, veloce…Ti faccio vedere quanto è bagnata… (il ragazzo del pubblico si tira indietro quando Lorena gli avvicina alla guancia la mano con cui si è toccata).
Non ho capito, è così buono il sapore della fica, no, lui magari è emozionato, sei emozionato? A me mi piace il sapore del cazzo…Stupendo, magnifico, ti piace leccare il buco della fica? E il buco del culo? Non piace leccare il buco del culo? (rivolgendosi al pubblico sotto il palco) A chi piace leccare buco del culo? Pochi. Il buco della fica? Ha vinto il buco della fica”…Sono in ovulazione, sì, la donna quando è in ovulazione è eccitata al massimo…Verresti a letto con me adesso… sotto la doccia…
(Lorena Ferrari, sul palco a Silvi Marina, Erotica Tour ‘96)

SEX PUB(L)ICA, OVVERO CENSURA e PUBBLICO.
“All’estero lavoro nei locali table dance bar, classici, con sbarra, palchetto passerella, dove è assolutamente vietato toccare, poi puoi fare anche il ballo privato, ma anche l“ non si tocca. E’ tutto un concetto molto diverso da quello che c’è in Italia. Io non capisco se in Italia vogliamo troppo o se siamo ancora indietro. All’estero sono più cerebrali, qui vogliono toccare con mano”.
(Michelle Otrè)

“Venticinquemila lire al giorno seleziona. Poi ci affezioniamo alle ragazze, insomma, sono signore. Le ammiriamo. Raramente qui si vedono strappi o mancanze di riguardo. La maggioranza riesce a dominare la minoranza nuova. Gli spettacoli nei teatri sono continui, alle 5 per chi ha il pomeriggio libero, non ha impegni. E poi c’è il pubblico delle 8 di sera e quello intermedio delle 11. Il pubblico è di professionisti, o di commercianti che chiudono alle 8. Un pubblico pacifico, tranquillo. All’ultimo spettacolo sono piuttosto giovani. Ma si comportano bene pure loro perché ormai l’educazione di questa sala domina, diciamo. Io fui impresario nel vecchio varietà. Dopo mezzanotte io non ho mai frequentato. Ma come sala questa del Blue Moon è proprio particolare, intanto le ragazze, soprattutto Valentina, Eva Henger, Eva Orlowsky, lavorano con una dedizione, e il pubblico capisce questo rapporto e risponde con altrettanto rispetto. Chi sbaglia, capita spesso, uno nuovo, vede una donna nuda, non è che fa il ragionamento logico: se io vedo una donna nuda le devo più rispetto che vestita. C’è l’inesperto, vede una donna nuda e pensa ‘posso toccare’. E’ il bambinone, il ragazzone, oppure una persona di una certa età che non sa le regole dello spettacolo. Però quando si accorgono che le ragazze allontanano la mano o non ritornano, allora si rendono conto. Mi chiedono, perché vanno tutte da Silvio? Perché sono sicure che non ci saranno mai infiltrazioni non volute”
(Silvio, detto “Il professore”, cliente del Blue Moon, Roma)

“Chiediamo noi nelle autorizzazioni la presenza costante di “autorità giudiziarie locali”, che siano presenti anche per questioni di ordine pubblico, perchŽ una manifestazione di 30 mila presenze, in quattro giorni, ti richiede servizio di vigilanza. Il secondo giorno a Silvi Marina ci furono cinquemila e duecento presenze. Conoscere l’ambiente, per uno che già vive di spettacolo non è molto difficile. Difficile è tenere insieme un cast di 50 tra pornostar, sexy girl, strip men. Si muovono con Erotica 150 persone, tra security, staff, cast, produzione, service. Questa è la cosa difficile, mettere insieme tante persone anche la pensano in maniera diversa, metterle insieme, farle convivere per 5 giorni ogni tappa”
(Saverio Russo, organizzatore Erotica Tour)

PADRONE DEL DOLORE
“Io faccio la Mistress, sempre e comunque. Il mio motto è trasformare le sofferenze in piacere…all’inizio non ci credono, poi ci prendono gusto e quindi vuol dire che sono capace. Nella vita di tutti i giorni sempre e comunque mi piace comandare. Se qualcuno mi comandasse non mi piacerebbe.
Quello che mi piace di più è l’erotismo unito al sadomaso. Non prettamente sadomaso: che vuol dire fare del male con qualcosa. Puoi fare soffrire anche con l’erotismo puro e poi non fargli raggiungere mai l’orgasmo. Tu lo leghi, lo tieni l“…questo non ce la fa più e poi basta, chiudi lì. Anche questo è sadismo. Sadismo erotico. Con me non provateci, perché poi ve la dovete far da soli la sega, io non ve la faccio.
(Sadigma, artista specializzata in s/m, Genova)

“Alla fine dello spettacolo parlo, faccio delle mini interviste al pubblico, con delle domande trabochetto. Quanto ce l’hai lungo, a quanti anni l’hai fatto la prima volta, come ti piacerebbe farlo con me, ti piacerebbe essere frustato… dipende da come rispondono loro, capita che trovi un pubblico vivace e puoi fare un’ora di spettacolo col microfono, oppure di chiudere in fretta dopo due minuti perché non rispondono, li vedi imbarazzati”.
(Shadow, artista specializzata in s/m, Roma)

MANAGER DELL’EROS
“Nei teatri il film lo mettono per lanciare il prezzo, per trentamila lire avete visto il film e tre o quattro spettacoli. Poi i clienti possono fare conoscenza con le pornostar: ‘le ho dato un bacio sulla schiena, mi ha fatto un sorriso’. Dopo sognano per una settimana, un mese, un anno. E le pornostar fanno anche per questo gli spettacoli, per rimanere sempre interessanti per il pubblico, perché se la gente non si interessa più di loro è finita. Uno dei motivi per cui le ragazze non sono rimaste con la ‘Diva Futura’ di Schicchi è perché lui ne ha tante in mano, e non guardava solo l’interesse delle ragazze ma anche dalla parte sua, per approfittare sempre di più e diventare più grande grande. Guarda Eva Orlowsky, il suo ex manager ha fatto tutto per lei, e così è diventata la star che è”.
(Gabor)

“Non ho un manager. Non ho trovato una persona come dico io, che sappia gestirmi, di conseguenza mi gestisco da sola, e gestisco anche le persone che lavorano con me. Comunque non è facile gestirsi da sola. Questo è un mondo difficile, la prima cosa che ti chiedono, se vuoi lavorare, マ di scopare con loro. A me non succede. Se qualcuno mi offre un lavoro lo fa per la mia professionalità, e io comunque non ci vado. Il prezzo che loro pagano è quello della mia serata, io con loro non ho nessun prezzo da pagare”.
(Sadigma, artista specializzata in s/m)

“Per dire la verità di libertà ce n’è, la concorrenza c’è. Schicchi e Matera hanno molte conoscenze per quanto riguarda la pubblicità, nelle televisioni, nei giornali. Loro hanno questo grande vantaggio. E se la gente ti conosce ti chiede. Per questo molti pensano che esistono sono le loro ragazze. Deborah Wells, per esempio è stata un anno in Ungheria e non aveva nessuno che si occupasse della sua pubblicità, i gestori di teatro hanno pensato che lei non ci fosse più e hanno dimenticato. Adesso stiamo frequentando molto l’ambiente, per far sapere che c’è, lavora, esiste. Per farti vedere contano molto i soldi. Fare una conferenza stampa costa, fare un servizio fotografico costa”.
(Gabor, ex manager Deborah Wells, Loano, 1996)

GLI INIZI: DALL’EST O PER AMORE
“E’ cominciato per amore, ho conosciuto Rocco Siffredi e mi sono innamorata. Non avrei mai pensato di fare porno. Mi sono ritrovata… avevo solo 18 anni quando ho iniziato … e mi son detta, mi piace farlo, ma l’ho realizzato dopo, fino a quando sono arrivata a fare quello che faccio. Semplicemente mi piaceva la persona con cui stavo insieme… è cominciata come un gioco, poi mi sono accorta che non ci son tabン per il sesso. Ho conosciuto Rocco in treno, stavo andando a Lugano, e sono scesa a Firenze con lui. Sono sempre stata un po’ pazza, come dicono tutti. Adesso vorrei smettere per amore, è la cosa più bella.”
(Sandy Balestra, Erotica Tour ‘96, Silvi Marina)

“Ho iniziato in Svizzera con un’agenzia per fare animazione e spettacoli in giro. Ero vicino a Lugano, a un passo da Milano. Mi dicevano che Milano era il centro per questa vita e ho detto: ci provo. Ho conosciuto persone dell’ambiente. Il primo anno ho solo portato ragazze sconosciute per i film per pochi soldi”.
(Gabor)

Monica Repetto, testimonianze raccolte tra il 1995 e il 1996

 

Pin It

invia un commento

L’indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>